In mostra anche i lavori realizzati dai partecipanti al laboratorio Luciana Parisi Nisi, Clara Putignano, Margherita Colucci, Anna Calabrese, Giuseppe Silvestri e Marica D’Aprile
Dal 3 al 13 novembre, il Chiostro delle Clarisse di Noci ospita LE TRE MIGLIA, progetto fotografico realizzato da Cosimo Calabrese per l’appena conclusa terza edizione del Festival dedicato all’arte, all’architettura e al design contemporanei, ESSERI URBANI 2022 S P O R E.
Nel mese di maggio, durante la sua residenza artistica, Cosimo Calabrese è stato invitato a sviluppare la propria indagine fotografica attorno al rapporto tra il centro urbano della città di Noci ed il patrimonio architettonico e paesaggistico dell’agro. L’installazione fotografica, parte integrante del percorso espositivo che dal centro storico giungeva all’Anfiteatro comunale, è rimasta esposta da luglio a settembre in Piazza Garibaldi, interessando anche la sua fontana monumentale.
A conclusione del Festival, nel Chiostro delle Clarisse, centro ideale di un percorso che abbracciava tutta la città, assieme agli scatti di Cosimo Calabrese sono raccolti quelli di Luciana Parisi Nisi, Clara Putignano, Margherita Colucci, Anna Calabrese, Giuseppe Silvestri e Marica D’Aprile, realizzati durante il workshop curato dall’artista in residenza e aperto alla comunità.
Donate al Comune di Noci, le opere esposte vogliono contribuire alla formazione di una collezione permanente della città.
APERTURE: tutti i giorni dalle 16:00 alle 19:00 e la domenica anche dalle 9:00 alle 12:30
IL LABORATORIO FOTOGRAFICO
La pareidolia o illusione pareidolitica è l’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale.
Le macchie che il tempo ha lasciato sui muri di molte masserie disseminate nell’agro nocese – da tempo abbandonate o in disuso – conservano una capacità evocativa unica, in grado di raccontare il territorio, ma soprattutto di attirare l’attenzione su questo enorme patrimonio poco valorizzato.
In una prima fase, i partecipanti hanno esplorato l’area di indagine di Masseria Le Monache guidati dall’autore e sono stati invitati a cogliere le suggestioni di testi / retri di fotografie / oggetti trovati per la creare immagini fotografiche in dialogo con essi. I materiali fotografici risultato della prima parte del laboratorio sono stati poi discussi ed elaborati collettivamente per diventare parte di questa mostra.
LE TRE MIGLIA: il progetto fotografico
All’inizio del Quattrocento, il territorio nocese comincia a delinearsi per quello che appare ancora oggi: all’innalzamento delle mura difensive attorno al nucleo originario della città corrispose infatti una prima definizione anche dell’agro di Noci. Per diversi secoli, a tutti i cittadini fu concesso l’uso di un territorio che nei documenti e nelle mappe è nominato “Le Tre Miglia”: pur senza possederla, la popolazione godeva degli “usi civici” – pascolo, raccolta di erba, ghiande e legname, ecc. – di una terra estesa per tre miglia di raggio tutt’attorno al centro urbano, ricoperta di immensi boschi e sulla quale a quei tempi esistevano già i primi complessi masserizi.
Le trasformazioni del paesaggio naturale vennero così a legarsi sempre più ai meccanismi insediativi delle masserie, all’intensificarsi delle terre destinate a coltivazione e alle varie forme di privatizzazione delle terre demaniali, proseguite liberamente almeno fino al Settecento. La costruzione di sofisticati sistemi di muretti e manufatti in pietra a secco e di nuove masserie, contribuì a definire in maniera definitiva il paesaggio agrario, e di pari passo anche quello sociale con la nascita di una borghesia terriera, con un processo culminato nei grandi disboscamenti dell’Ottocento.
Durante la settimana di residenza a Noci, Cosimo Calabrese ha sviluppato la propria indagine fotografica attorno al rapporto tra il centro urbano ed il patrimonio architettonico e paesaggistico dell’agro di Noci; la selezione di scatti esposti in Piazza Garibaldi, frutto questi ultimi di un laboratorio curato dall’artista e aperto alla comunità, tratteggiano contatti tra quella che è la vita cittadina attuale e le sue antiche radici. All’esplorazione delle campagne limitrofe, delle masserie, di orti e allevamenti corrisponde così quella di particolari luoghi della città, colti in immagini capaci di dialogare tra loro e raccontare qualcosa di nuovo sul tempo, sullo spazio e sugli abitanti di un territorio unico ancora oggi.
COSIMO CALABRESE è nato nel 1985 a Taranto, dove attualmente vive. Dopo gli studi in Lettere moderne, ha frequentato la D.O.O.R. Academy di Roma e ha lavorato come fotogiornalista pubblicando i suoi lavori su riviste e quotidiani in Italia e all’estero. Focus principali dei suoi lavori sono le migrazioni e i problemi ecologici. Negli ultimi anni sta cercando una via e una forma più personale per il suo lavoro fotografico. I suoi ultimi lavori sono “Hybris” (2018), sul rapporto tra uomo e colonialismo, e “Metastasis” (2018-ongoing), una ricerca sulle conseguenze della grande industria siderurgica sul tessuto della città di Taranto”